Un rito arboreo tra mito e tradizione: a Castelsaraceno, il 1°, 8 e 15 giugno 2025 si celebra la secolare Festa della ‘Ndenna, simbolo di fertilità e identità lucana.
Nel cuore della Basilicata, a Castelsaraceno, piccolo borgo tra i monti del Parco Nazionale del Pollino e il Parco Regionale del Lagonegrese, si rinnova ogni anno un’antica tradizione carica di simbolismo: la Festa della ‘Ndenna, un rito arboreo che accompagna le celebrazioni dedicate a Sant’Antonio di Padova, patrono del paese.
Si tratta di un’usanza antichissima, ancora oggi viva anche in altri borghi lucani. Ma a Castelsaraceno, questo suggestivo “matrimonio arboreo” si carica di significati rituali e collettivi che lo rendono unico: la fusione tra due alberi – il faggio (‘Ndenna) e il pino (Cunocchia) – simboleggia l’unione tra maschile e femminile, richiamo evidente a un’antica simbologia di fertilità e rinascita, legata al ciclo delle stagioni e alla fecondità della terra. Ogni anno, la festa si svolge nelle prime tre domeniche di giugno.
La prima domenica, dopo la messa, si parte verso il Bosco Favino, sul Monte Alpi, alla ricerca del faggio più imponente che sarà scelto come ‘Ndenna. Una volta individuato, viene trasportato in paese con l’aiuto di buoi, trattori e tanta forza collettiva. La domenica successiva è il momento della Cunocchia, la chioma del pino selezionato sul Monte Armizzone. Anche questa viene tagliata con cura e portata in paese a spalla, accolta dalla popolazione in festa. Il culmine della celebrazione arriva la terza domenica di giugno, quando nella piazzetta di Sant’Antonio si assiste al momento più atteso: l’unione tra la ‘Ndenna e la Cunocchia, saldamente fissate l’una all’altra con un anello di ferro e bulloni. L’albero così composto viene innalzato.
La ‘Ndenna rimane eretta fino al mese di ottobre, diventando parte del paesaggio del paese, fino alla sua definitiva abbattitura durante la Festa della Montagna. Tra leggende, fede popolare e profondo legame con la natura, la Festa della ‘Ndenna è uno di quei riti che resistono al tempo, preservando l’identità di una comunità e offrendo a chi assiste uno sguardo autentico su una Basilicata ancora poco conosciuta, ma straordinariamente ricca di tradizioni.
E per chi desidera ammirare la ‘Ndenna da una prospettiva davvero unica, a Castelsaraceno si può attraversare il ponte tibetano a campata unica più lungo del mondo, un’opera spettacolare sospesa tra il Parco Nazionale del Pollino e quello dell’Appennino Lucano-Val d’Agri Lagonegrese. Con i suoi 586 metri di lunghezza e 80 metri di altezza, il cosiddetto “Ponte tra i due Parchi” regala un’esperienza mozzafiato.