The experience
Esperienza sul Treno della Ferrovia Vigezzina Centovalli, alla scoperta di una gemma nascosta nelle Alpi dell’Ossola, nel nord-est del Piemonte. Conosciuta come la “Valle dei Pittori,” la Val Vigezzo ha affascinato intellettuali e artisti nel corso dei secoli con la sua bellezza naturale e ricchezza culturale.
Arrivo al borgo di Santa Maria Maggiore uno tra i luoghi di maggior interesse storico e culturale , con le sue caratteristiche case in pietra e le strette viuzze.
Durante la sosta visiterai Il Museo dello Spazzacamino, la casa del Profumo e la Pinacoteca della Scuola di Belle Arti.
Il Museo dello Spazzacamino ti offre un’immersione nella dura realtà degli spazzacamini, figura predominante nella vita della Valle Vigezzo per secoli ed è il solo museo in Italia dedicato a questo mestiere. I primi spazzacamini furono i Vigezzini, emigrati in Europa dalla metà del 1500. I bambini, grazie alla loro esile statura, giocarono un ruolo cruciale nelle cappe, assicurando con raspe e scopini un lavoro preciso. Il fenomeno dei “piccoli rusca” coinvolse molte famiglie vigezzine nel XIX e XX secolo, costrette a “affittare” almeno un figlio ai padroni. I genitori sottoposero i loro figli a questa esperienza difficile per ridurre le bocche da sfamare durante l’inverno. Il declino del fenomeno avvenne tra il 1940 e il 1950 con la scomparsa dei caminetti, sostituiti da stufe e moderni sistemi di riscaldamento.
La famosa Acqua di Colonia fu ideata da un vigezzino emigrato in Germania e la sua storia viene ripercorsa all’interno della Casa del profumo Feminis-Farina.
Inaugurata nel 2018 e dedicata a Susy Giorgis, la Casa rappresenta un coinvolgente museo multimediale che offre ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia della più antica profumazione del mondo: l’acqua, comunemente conosciuta come di Colonia, ma concepita dai vigezzini G. Femminis e G. Farina nei primi anni del XVIII secolo.
La Pinacoteca della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, inaugurata nel 1878 dal rinomato pittore vigezzino, emigrato e poi ritornato con l’obiettivo di istruire gratuitamente una nuova generazione di artisti, rappresenta un viaggio nella storia locale. A partire dalla metà del Seicento, i giovani della regione potevano apprendere l’arte del disegno nelle botteghe dei vari comuni della vallata. Numerosi pittori si recavano all’estero per perfezionare le loro competenze e cercare fortuna, portando poi in patria nuove idee, tecniche e materiali da tutta Europa. L’intento di Rossetti era quello di elevare il prestigio della professione artistica derivante da una formazione accademica e garantirne la rilevanza ed efficacia economica, poiché essere un pittore implicava svolgere un autentico mestiere.